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venerdì 23 gennaio 2009

GRANDE ACCORDO IN REGIONE, L’ACQUA RIMANE PUBBLICA

Cade l'obbligo di affidare la gestione ai privati. Sulla legge pendeva un ricorso alla Consulta e un referedum dei sindaci. da: Varesenews.it apri

Rifondazione, il Pd l’aveva osteggiata quando era al governo con un ricorso alla corte costituzionale, e anche dentro il Pdl non godeva di grandi simpatie. Così, dopo che 144 comuni si erano coalizzati per chiedere un cambiamento della legge tramite referendum, la normativa sull’acqua della Regione Lombardia sta definitivamente per essere cambiata. E, soprattutto, finirà in soffitta il punto più contestato, e cioè l’obbligo di mettere a gara la gestione del servizio, aprendo in questo modo la strada a una gestione privata per legge. Ad onor del vero, il Governo Prodi aveva eccepito e fatto ricorso alla Corte Costituzionale, poiché la legislazione nazionale, non si è mai spinta così avanti, e ha sempre garantito il principio della scelta per gli enti locali. In tutta Italia, fatto salvo che la proprietà di reti e acquedotti rimane sempre pubblica, ogni ente può scegliere se affidare il servizio a un privato, tramite gara o tenerlo per se’, ovvero “in house”.

Da oggi, anche in Lombardia potrebbe essere così. La commissione ambiente del Pirellone ha votato le prime modifiche alla legge regionale, che di fatto rimuovono ogni obbligo a favore dei privati. Il bello, è che sono tutti d’accordo, dopo anni di incertezze legislativee politiche. Meglio tardi che mai, diranno adesso i sindaci e i loro uffici legali, che negli ultimi anni sono letteralmente impazziti intorno a questa incertezza normativa. Saranno contenti anche i comuni che volevano il referendum.

Il relatore è stato Giovanni Bordoni di Forza Italia: "E’ inutile inseguire un ideale di liberalizzazione che, nei fatti, non farebbe che sostituire un monopolista a un altro” ha detto. La presidente della Commissione ha proposto un incontro con i sindaci e con gli Ato. Si è astenuto solo un indipendente del Pd. Ma Pd, Prc, Sinistra Democratica e Verdi cantano vittoria perché “è stato reso possibile per i Comuni scegliere la gestione diretta (in house) del servizio di erogazione dell'acqua” e inoltre “è stato affermato il principio secondo cui le reti e gli impianti di distribuzione devono rimanere di proprietà interamente pubblica”.

D’accordo anche l’assessore alle reti, il gallaratese Massimo Buscemi di Forza Italia, che ha proposto da par suo alcuni emendamenti. Tra le altre modifiche, anche quella che elimina l’obbligo di distinguere, fatta la salva la proprietà pubblica delle reti, la gestione dall’erogazione. Che secondo gli enti locali era una complicazione inutile. Il 27 gennaio, ci sarà il voto definitivo in aula.