L’annuale esperienza di una vacanza al sud del nostro paese tra paesaggi, gente e problemi. apri
Le strade polverose e strette che si snodano verso l’entroterra lontano dalla costa turistica mi hanno sempre affascinato. E’ qui che si vede realmente, e si vive, la terra che si sta visitando.
Da qualche anno la Calabria è meta delle mie vacanze e la sensazione è sempre la stessa: quella di un viaggio nel tempo.
Pochi lampioni, strade senza marciapiedi ne posteggi e le case in continua costruzione, con la predisposizione per un piano in più che non viene mai costruito.
Tutto sembra sempre un po’ improvvisato, arrangiato, incompleto, secco e bruciato e mi piace.
Questo è il meridione su cui tanto si discute: affascinante e problematico allo stesso tempo.
Raccolta differenziata agli albori, spesso vista come un fastidioso impiccio, piccole discariche negli angoli più remoti, vandalismo e cani vaganti in abbondanza completano lo scenario e fanno riflettere.
E c’è da arrabbiarsi quando si scopre che il mare limpido cambia temporaneamente colore a causa di spurghi smaltiti nel modo più semplice: gettare merda sulla propria ricchezza è doppiamente stupido.
La speranza è nei giovani, culturalmente formati, che ancora oggi lasciano in tanti la propria terra per il nord, ma che potrebbero ritornare e contribuire ad uno sviluppo sostenibile del meridione basato su turismo, agricoltura e natura.
Segni di un possibile cambiamento da qualche parte già si intravedono: qualche tetto è sovrastato da pannelli solari e sulle colline in lontananza si scorgono parchi eolici.
Questo è ciò che vede il turista e che magari è molto diverso da quello che sente quotidianamente chi vive queste terre tutto l’anno.
Gente con valori forti che vuole e può superare questa situazione, sperando che la trasformazione non cancelli quelle peculiarità che rendono questa terra unica.