In attesa di buone notizie non solo dalla Polonia ma anche da Bruxelles. apri
Le lotte intestine di Bruxelles sul pacchetto clima-energia non fanno di certo bene alle trattative in corso in Polonia: ci si chiede infatti come possano 191 paesi trovare l’accordo quando la situazione è così complessa già a livello della comunità europea.
Italia e Polonia ci provano con l’ostruzionismo ma L’UE assicura che i numeri del 20-20-20 non verranno ritoccati al ribasso.
Questo comportamento del nostro paese conferma il piazzamento agli ultimi posti nella classifica stilata dalle ONG sulle politiche ambientali. Dietro di noi solo gli USA (che con Obama però sono destinati a recuperare posizioni) e il Canada.
Così comincia l’ultima settimana della conferenza tra attese e prospettive, con il forte rischio di non ottenere i tanto attesi “numeri condivisi”, ma di rimandare il tutto all’anno prossimo in quel di Copenaghen o forse in un altro incontro intermedio (marzo o giugno).
Questo per inserire nel tavolo delle trattative gli USA di Obama.
Già a novembre il presidente eletto ha detto il suo paese guiderà il mondo su una nuova visione dei cambiamenti climatici.
E quando a Poznan è arrivato anche Al Gore, le priorità anticipate da Obama sono state ribadite.Intanto la Banca Mondiale cerca di entrare in campo grazie ai fondi di adattamento: trasferimenti di denaro in paesi in via di sviluppo grazie a fondi di investimento. Ma le “piccole” nazioni diffidano della gestione centrale della Banca Mondiale ovviamente in mano ai “grandi”.
tutti gli articoli sulla conferenza di Poznan e sull'accordo UE sul clima sono sintesi di articoli vari e spunti tratti dai servizi di Radio Popolare