Si parla tanto di flussi migratori e controlli, ma quali sono le vere cause del fenomeno? Può esistere una sorta di “diritto alla migrazione”? Intanto a L’Aquila inizia il G8. apri
Il sig. Terzo abita da sempre a fianco del sig. Primo. Entrambi hanno costruito con le loro forze la propria casa e sopravvivono sostenendosi con quello che hanno. Da un certo punto in poi il sig. Primo inizia ad affacciarsi nel cortile del sig. Terzo e a sottrarre po’ delle ricchezze che trova in abbondanza.
Terzo non comprende da subito le conseguenze di questa azione e subisce, più o meno consenziente.
Primo non si ferma a casa di Terzo ma prende il più possibile e lo trasferisce a casa sua.
Dopo qualche tempo il sig. Terzo si trova in grosse difficoltà: vede dall’altra parte dello steccato Primo che comincia a svilupparsi e fare la sua casa sempre più bella.
Il divario tra i due diventa ad un certo punto insostenibile.
Chi ha il coraggio di negare al sig. Terzo il diritto di andare di là e godersi anche lui la bella casa che Primo ha costruito con il contributo delle sue risorse?
Questo racconto cerca di spiegare quello che è successo (e ancora succede) all’origine dei flussi migratori.
In tanti si ingegnano per cercare di mettere un freno alla situazione, in pochi cercano di risolvere veramente il problema.
Il fenomeno può essere spiegato in termini di causa-effetto e di equilibrio generale del “Sistema Terra”: questo dovrebbe essere l’argomento centrale al G8 che si svolgerà a L’Aquila in questi giorni.
Le ricchezze sono spostate e sbilanciate in determinati territori: naturale conseguenza dello squilibrio creato è il flusso migratorio in queste direzioni.
Finché il mondo sviluppato continuerà ad avere un’impronta ecologica così imponente e a consumare territorio altrove, come si può risolvere il problema? A chi spettano I diritti sui terreni consumati?
E’ assurdo sostenere nel nostro paese una sorta di “precedenza degli indigeni” quando questi devono gran parte del proprio stato di privilegio ai sacrifici di altri.
A guardar bene, oltre al diritto di asilo nel caso di rifugiati politici, c’è un altro diritto, non riconosciuto a livello internazionale ma indiscutibilmente sacrosanto, che è quello di migrare.