Il decreto legge Ronchi, “assicurato” dalla fiducia alla camera, è stato approvato. Cosa succederà? Cosa fare? apri
Con la motivazione di salvare l’Italia dalla scure delle infrazioni europee, il decreto approvato ieri contiene una norma, quella sui servizi pubblici locali, che nasconde, dietro la privatizzazione dell'acqua, interessi da miliardi di euro.
In breve il servizio potrà essere affidato ad “imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%”. In più è prevista la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del 31 dicembre 2011.
Non c’è più confine tra ciò che è fonte di vita e ciò che è esclusivamente fonte di guadagno.
Cosa succederà?
Il servizio offerto e la qualità dell’acqua saranno migliori? Dove è già stato fatto, ad esempio in alcune zone del Lazio, non è stato così. In più oggi l’acquedotto pubblico è periodicamente controllato dall’ASL, domani non si sa.
Quanto conteranno i rappresentanti dell’interesse pubblico nei consigli amministrativi di società private che mirano esclusivamente al guadagno economico? Probabilmente molto poco.
Il mercato libero abbasserà i costi? No, sarà il contrario. A Latina il passaggio della gestione alla Veolia, multinazionale francese delle acque minerali, ha visto salire le tariffe da 0,22 centesimi al metro cubo a 1,50 euro (fonte terranews.it). Cosa succederà ad una famiglia in difficoltà che non potrà sopportare questo aumento?
Ci si sta dimenticando che l’acqua è un bene pubblico di prima necessità: la proposta di legge di iniziativa popolare su questo tema è bloccata da tempo.
Cosa fare?
E’ partita la campagna per chiedere ai Comuni di deliberare sul riconoscimento dell’acqua come “bene comune e diritto umano universale da gestire in forma pubblica”.
Il gruppo CON BERNAREGGIO ha avanzato la proposta di inserire questo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale.
A livello nazionale si parla già di un referendum, confidando in una risposta forte dalla consultazione popolare.
Leggi il comunicato stampa della FEDERAZIONE PROVINCIALE DEI VERDI DI MONZA BRIANZA...