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giovedì 16 dicembre 2010

VINCITORI E VINTI, POTERE E DELUSIONE

Il GOVERNO SI SALVA, nel modo che sanno tutti. Rispetto a due anni fa però sono cambiate molte cose... apri


314 a 311, fiducia risicata e comprata: una vittoria personale di Berlusconi che resta a galla, alla sua maniera, poco politica ma molto "gestionale".

A fronte del potere del presidente sfruttato al massimo, il voto conferma invece la debolezza della maggioranza, che dai numeri "bulgari" del 2008 è diventata un risicato aggregato, salvato solo dall'oscura operazione di reclutamento.
Con tre voti scarsi, sarà sempre più impossibile governare, sarà ancor più dura per lavoratori e studenti, stremati ed arrabbiati.

Fini, deluso dal "ripensamento notturno" di 3 componenti del suo gruppo (Polidori, la più discussa, Catoni e Siliquini), esce sconfitto.

Ha raccolto subito la ciambella di salvataggio arrivata dal neonato Polo della Nazione (UDC,FLI, API, MPA). Da destra e sinistra ci si accalca verso il centro, si torna indietro negli anni, in un'ammucchiata vecchio stile, molto simile a quelle tanto criticate dagli stessi promotori quando formavano l'ex alleanza forte di centro destra, ormai irrimediabilmente spezzata in due.
La scelta di formare un coordinamento tra questi gruppi, anticipo della futura aggregazione politica, è una conferma del "basta con Berlusconi", che durante e dopo la fiducia aveva provato da subito ad imbarcare UDC e altri moderati.
Pur far questo, il premier aveva strappato un nulla osta, indigesto, anche da Bossi, che per fare il federalismo è disposto comunque a tutto.

L'opposizione esce sconfitta: non è riuscita tutta insieme a far emergere un'alternativa valida. Così facendo la strada di Berlusconi, da impraticabile e contorta, è rimasta lunga e faticosa ma percorribile.
Amaro e beffardo quello che è concretamente successo: deputati eletti con i voti degli elettori di centro sinistra (Calearo, PD, e Scilipoti, IDV) hanno appoggiato e salvato il governo di centro destra!

Chi due anni fa ha visto il suo voto non gratificato dall'elezione di rappresentanti in parlamento oggi ha una minima consolazione: essere tra i pochi a poter dire di non aver in nessun modo contribuito a prolungare il governo Berlusconi.