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martedì 1 marzo 2011

FERMATO LO SPOT TRUCCATO

Ne avevamo parlato a gennaio dell'operazione "lavaggio del cervello", ora è stato definitivamente annullato l'ingannevole spot sul nucleare apri




Da newsletter - Greenpeace Italia

Che si trattasse di una partita a scacchi truccata, te lo abbiamo detto subito. Ora arriva anche la conferma dal Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha bloccato la messa in onda dello spot promosso dal Forum Nucleare, perché "ingannevole".

Da quando a dicembre le tv nazionali hanno cominciato a bombardarci, abbiamo denunciato le informazioni ingannevoli dello spot su tutti i nostri canali. In particolare:

> Le scorie si possono gestire in sicurezza. E da quando? In sessant'anni l'industria nucleare non ha ancora trovato una soluzione per la gestione di lungo termine dei rifiuti nucleari;
> Tra 50 anni non potremo contare solo sui combustibili fossili. È vero, ma anche l’uranio è limitato;
> Le fonti rinnovabili non bastano. Sicuro? Uno scenario energetico 100% rinnovabile è possibile, come dimostrano analisi dell’Ue e dell’industria. ;

Intanto il nostro contro spot è rimbalzato sulla rete grazie anche al tuo passa parola, raggiungendo le 200.000 visite. Un buon risultato ma non basta. Tra pochi mesi (la data non è stata ancora fissata) si terrà un referendum che può fermare per sempre i nuovi progetti di centrali nucleari. Solo con il tuo forte coinvolgimento, possiamo contrastare la propaganda dell’industria nucleare da milioni di euro.

Non farti contagiare, opponiti al nucleare. Condividi la nostra campagna sul tuo profilo Facebook, inoltrala per e-mail ai tuoi contatti.

Salvatore Barbera - Responsabile campagna Nucleare - Greenpeace Italia

AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA - Spot pro-nucleare? È ingannevole
da IL MANIFESTO Giuseppe Onufrio* Direttore Greenpeace

Tra le «notizie scomparse» sul nucleare, una è stata ripescata da
Guglielmo La Pira sul suo blog «Il futuro dei consumi» del Sole24Ore.
Letteralmente: «Lo spot promosso dal Forum energia nucleare presieduto da
Chicco Testa (vedi nota 1) è stato bocciato e ritenuto ingannevole dal
Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria». Era il 18 febbraio, lo
apprendiamo il 22. Non sappiamo ancora le motivazioni del Giurì, ma che lo
spot contenesse informazioni fuorvianti e false lo aveva denunciato
Greenpeace sulla prima pagina di questo giornale. Almeno tre le
informazioni ingannevoli nelle varie versioni dello spot che ha invaso i
media da Natale in poi. La prima è che l'affermazione «le scorie si possono
gestire in sicurezza» lascia intendere che questo tema sia risolto. Ma
questa è pura propaganda. In sessant'anni di esistenza l'industria nucleare
non ha ancora dimostrato in concreto una soluzione per la gestione di lungo
termine dei rifiuti nucleari.
Una seconda falsità riguarda il fatto che tra 50 anni non potremo contare
solo sui combustibili fossili: è vero, ma questa limitazione fisica delle
risorse riguarda anche l'uranio il cui orizzonte di esauribilità non va
oltre quello del gas. Il terzo elemento è quello che lascia intendere le
fonti rinnovabili non bastano: le consultazioni su uno scenario europeo al
100 per cento basato sulle fonti rinnovabili sono in corso e questa
prospettiva non è solo negli scenari di Greenpeace o di altre associazioni
ambientaliste, ma in quelli promossi da parte dell'industria e delle
istituzioni.
Come aveva lanciato la campagna del Forum Nucleare il suo Presidente
Chicco Testa? Dicendo «Dubito che una campagna pubblicitaria di Greenpeace,
ad esempio, saprebbe essere altrettanto onesta intellettualmente» (Secolo
XIX 17 dicembre 2010). Ora, lasciando da parte ogni considerazione sull'uso
di questa terminologia per uno spot infarcito di bufale, c'è un altro
livello, per così dire «semiologico», sul quale lo spot del Forum gioca in
modo raffinato ma ben decifrabile.
Ne ha fatto una analisi Pierluigi Adami con un commento sul sito
«oltreilnucleare.it» dove sottolinea come «la scelta di lasciare al "non
contrario al nucleare" l'ultima parola in ogni coppia di domande è di per
sé una precisa scelta di campo. Basterebbe invertire l'ordine, lasciando
l'ultima parola al "non favorevole" per ottenere un senso diverso».
Greenpeace nelle scorse settimane aveva lanciato un suo spot basato su
ironia e paradosso - visionabile sul sito Greenpeace.it. Ma le circa 200
mila visite (grazie anche al sito di Repubblica che l'ha ospitato) non
possono competere col numero di «contatti» dello «spot ingannevole» che ha
speso oltre 6 milioni di euro. Prima domanda: su questi il Forum chiederà
il rimborso allo stato, visto che la normativa pro nucleare prevede
«campagne di informazione» a senso unico? Forse dopo la bocciatura del
Giurì non accadrà. È più probabile che intervenga una strategia del
silenzio, per evitare di far sapere che tra qualche settimana si svolgerà
un referendum anche sul nucleare. Anche questa, in fondo, sarebbe un'altra
forma di inganno.

la vignetta di VAURO